La coltivazione idroponica è una tecnica di coltivazione che non utilizza il suolo come mezzo di crescita per le piante. Invece, le radici delle piante sono immerse in una soluzione nutritiva ricca di acqua e sali minerali. Questo metodo di coltura è adatto a moltissimi generi di piante, dagli ortaggi ai fiori e perfino alle piante grasse.
Come funziona la coltivazione idroponica
Nel caso della coltivazione idroponica la soluzione di concetto si concretizza nei seguenti quattro punti:
- La “funzione di protezione” delle radici nei confronti degli agenti atmosferici è svolta da un substrato solido inerte e tendenzialmente asettico. Il substrato non ha alcuna funzione di ancoraggio.
- La “funzione di ancoraggio” viene sostituita, se necessario, da un sistema di fili che tengono sospese le piante mantenendole in situ.
Con questa tecnica l’agricoltore deve controllare la quantità di acqua, sali minerali e più importante di tutto l’ossigeno erogato.
Ci sono molti vantaggi nell’utilizzo della coltivazione idroponica. Tra i principali troviamo:
- Ottimo utilizzo del potenziale genetico delle piante
- Miglior controllo del loro nutrimento
- Miglioramento visibile della quantità e della produzione
- Un significativo accorciamento del tempo di crescita per molte piante
- Un uso più efficiente dello spazio
- Grande risparmio di fertilizzante e di acqua (vista la sua crescente scarsità)
- Assenza totale di erbicidi.
Inoltre, la coltivazione idroponica può essere effettuata in qualunque tipo di luogo e in qualunque condizione climatica. Questo tipo di coltura può essere praticata vicino ai luoghi di smercio, riducendo dunque i costi legati al trasporto.
Come ogni tecnica di coltivazione, anche l’idroponica presenta alcuni svantaggi.
Dal punto di vista ambientale, i sistemi idroponici possono essere molto costosi a causa dell’elevato consumo di energia che richiedono e della grande quantità di rifiuti che vengono generati (dovuti principalmente a soluzioni nutritive e percolati).
Inoltre, le piante coltivate in idroponica sono molto più fragili rispetto a quelle cresciute “in suolo” e l’elevato tasso di umidità che caratterizza il sistema idroponico favorisce l’insorgenza di malattie fungine.
Un altro svantaggio comune ai sistemi di coltivazione idroponica è che – facendo affidamento su sistemi automatizzati che richiedono corrente elettrica – potrebbero richiedere l’uso di generatori costosi da usare in caso di interruzioni di corrente.
Per iniziare a fare la coltivazione idroponica è necessario avere un contenitore con un cappuccio di plastica o del materiale impermeabile con cui coprirlo. Dopo aver fatto un buco sul fondo del contenitore, riempitelo con acqua senza raggiungere il bordo e mettete i germogli germinati nei buchi, in modo che le radici siano ben coperte dall’acqua. Quindi fissateli con il substrato di vostra scelta.
Alcuni substrati idroponici popolari sono pietra pomice e ghiaia. Posizionate la vostra piantina idroponica in un’area illuminata ma dove non riceve le ore più intense di luce naturale. Per un buon inizio bisogna assolutamente inserire nel serbatoio del sistema un’acqua di qualità e controllare l’acqua del rubinetto con un misuratore di EC e TDS.
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