La gastrite è un fenomeno molto diffuso in tutte le fasce anagrafiche della popolazione. Chi, almeno una volta nella vita, non ha sofferto di un bruciore di stomaco, di nausea o di dolori nella parte superiore dell’addome? Ebbene, nella stragrande maggioranza delle ipotesi i fastidi sono di breve durata e non richiedono alcuna cura medica. Vi sono tuttavia alcuni casi in cui l’intervento del medico non solo è consigliabile, ma deve essere necessario e tempestivo al fine di debellare il fenomeno. Cosa fare, dunque?
Gastrite, quando è bene rivolgersi al medico
In linea di massima, è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia in tutte quelle ipotesi in cui i sintomi della gastrite perdurino da oltre una settimana – dieci giorni, soprattutto se accompagnati da alcuni elementi particolarmente significativi per la diagnosi clinica, quali l’utilizzo di determinati farmaci (soprattutto, aspirina e altri analgesici), vomito di sangue, sangue nelle feci, ecc. Pur senza allarmismi, è bene ricordare che – se non curata – la gastrite può trasformarsi in ulcera e in sanguinamento gastrico. In alcune forme, la gastrite cronica può aumentare le possibilità di soffrire di un tumore allo stomaco.
Insomma, senza pensare necessariamente al peggio, cercate comunque di ricorrere tempestivamente all’ausilio di un medico di famiglia il quale – se lo riterrà opportuno – vi indirizzerà da un gastroenterologo al fine di comprendere quali siano le cause di tale disturbo.
Fin dalla prima analisi dal medico di famiglia, è comunque possibile cercare di fornire alcune informazioni che potranno consentire allo stesso dottore di esprimere una prima diagnosi di massima. Cercate pertanto di elencare tutti i sintomi di cui soffrite (e apparentemente anche quelli che superficialmente possono non essere ricollegati all’area dell’addome – come ad esempio un mal di testa), eventuali cambiamenti recenti nel vostro stile di vita, cause di stress, farmaci assunti, e altro.