Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta esplorando l’utilizzo di tecnologie avanzate per creare profili online deepfake così realistici da risultare indistinguibili da persone reali. Secondo un documento di appalto esaminato da The Intercept, il Comando per le Operazioni Speciali (SOCOM) sta cercando soluzioni innovative per generare personaggi virtuali credibili da utilizzare in operazioni di disinformazione e raccolta di informazioni.
Un Nuovo Strumento per le Operazioni Speciali
Il documento di 76 pagine del Joint Special Operations Command (JSOC) delinea una lista di tecnologie richieste per potenziare le capacità militari clandestine. Tra queste, spicca la necessità di creare utenti virtuali dettagliati con:
- Foto di qualità identificativa.
- Video selfie credibili, completi di sfondi artificiali realistici.
- Audio sintetico, in grado di rafforzare l’autenticità del personaggio virtuale.
Questi profili saranno progettati per operare su piattaforme social, forum e altre reti online, con l’obiettivo di raccogliere informazioni e condurre operazioni di influenza.
Deepfake e Operazioni di Propaganda
Non è la prima volta che il governo americano viene collegato all’uso di account falsi. Nel 2022, Meta e Twitter hanno smantellato una rete di propaganda collegata al Comando Centrale degli Stati Uniti. Più recentemente, un’indagine ha rivelato campagne mirate a minare la fiducia nei vaccini cinesi contro il Covid-19 attraverso utenti deepfake.
Il crescente interesse del Pentagono per i deepfake riflette un riconoscimento del loro potenziale nelle operazioni di inganno digitale. Questi strumenti sono già stati utilizzati da governi stranieri, come Cina e Russia, per diffondere disinformazione e polarizzare le società.
Un Rischio per la Verità e la Trasparenza
Nonostante l’efficacia operativa, l’uso di deepfake pone gravi implicazioni etiche e geopolitiche. Organizzazioni come NSA, FBI e CISA hanno avvertito che la proliferazione di contenuti sintetici rappresenta una minaccia crescente. Questi strumenti, descritti come un “rischio massimo”, possono alimentare campagne di disinformazione e danneggiare la fiducia nelle istituzioni.
Heidy Khlaaf, esperta di intelligenza artificiale, sottolinea:
“La natura ingannevole dei deepfake rappresenta un problema fondamentale. Se il governo americano legittima il loro uso, rischiamo di incoraggiare altri paesi a fare lo stesso, complicando ulteriormente la distinzione tra verità e finzione.”
Deepfake e la Tensione Interna nel Governo USA
L’adozione di questa tecnologia da parte del SOCOM evidenzia una contraddizione interna agli Stati Uniti: mentre una parte del governo promuove trasparenza e fiducia, un’altra si dedica a operazioni di disinformazione strategica. Questo potrebbe alimentare sospetti sia a livello internazionale sia interno, minando ulteriormente la fiducia del pubblico.
Daniel Byman, professore alla Georgetown University, ha espresso preoccupazione:
“L’uso di deepfake potrebbe portare a una percezione di ipocrisia e danneggiare la fiducia nel governo americano, sia a livello globale che domestico.”
Conclusioni
Mentre il Pentagono si posiziona all’avanguardia nella tecnologia dei deepfake, emergono interrogativi sulla responsabilità etica e sulle implicazioni a lungo termine. La competizione globale per il controllo di questi strumenti avanzati sottolinea la necessità di un dibattito aperto su come bilanciare innovazione, sicurezza e trasparenza in un mondo sempre più dominato dall’intelligenza artificiale.