Internet è un universo immenso in continua evoluzione, capace di cambiare pelle nel corso del tempo e di offrire sempre nuove soluzioni e vantaggi.
Si sente, ad esempio, parlare tanto di realtà virtuale e aumentata. Dopo l’esperimento non proprio fortunato dei Google Glass, tutti i big dell’hi-tech stanno sperimentando nuove strade per portare queste tecnologie in un mercato di massa. Microsoft con le HoloLens, Oculus Rift, la startup acquistata da Facebook per 2 miliardi di dollari, sono solo alcuni dei progetti più finanziati negli ultimi anni.
Se riusciranno a realizzare prodotti facili da usare, la realtà aumentata e virtuale diventerà naturale in futuro. Allora gli utenti accederanno a Internet e potranno, attraverso lenti e visori, viaggiare in posti esotici, chattare con amici in stanze virtuali, e fare acquisti sulla Rete, vedendo i prodotti in 3D.
Oggi l’Internet delle cose è già una realtà. Frigoriferi, sveglie, orologi, sistemi di illuminazione, tutti gli oggetti possono essere connessi alla Rete, dialogare tra loro e cooperare. Nei prossimi 10 anni, questo trend sarà esteso a tutto, portafogli, dispositivi medicali, fino all’auto. Il trasporto “connesso” sarà una manna dal cielo e renderà la guida molto più sicura, attraverso i sistemi di automazione.
Tutti i grandi marchi nell’automotive stanno già sperimentando auto a guida automatica. Tesla, è una spanna avanti a tutti, le sue auto connesse e “driverless” (senza autista), hanno dimostrato nei test effettuati finora di ridurre gli incidenti del 40%.
Ma dall’oriente arriva una notizia clamorosa: la connessione internet quantistica è possibile. Si tratta di una nuova tecnologia che sfrutta il collegamento tramite fibra ottica e la tecnologia satellitare. Finalmente dopo circa due anni di lavori sul progetto da parte dell’Accademia Austriaca delle Scienze, dell’Università di Vienna e dell’Accademia Cinese delle Scienze. Sulle fibre ottiche le informazioni viaggiano a velocità macroscopiche su particelle dette “Fotoni” che sono praticamente impossibili da corrompere o deviare.
Quando si prova ad alterare queste particelle, infatti, loro cambiano stato, rendendo impossibile la ricezione e l’immagazzinamento dei dati che trasportavano. Una rete di questo calibro consentirebbe sicuramente altresì un collegamento tra più computer quantistici posti anche a distanze significative tra loro, rendendo possibile perciò un’unione e un potenziamento della capacità di calcolo e di elaborazione dati. Il tutto ovviamente senza rischio di intercettazione da parte di soggetti indesiderati. Al momento le 5 stazioni di Terra del satellite che si trovano a Xinglong, Nanshan, Delingha, Lijiang e in Tibet, a Ngari, che sono state collegate alle reti in fibra ottica metropolitane, di cui fa parte la grande rete tra Pechino e Shanghai, lunga ben 2 mila chilometri.
L’esperimento è stato condotto tra giugno e settembre 2017, ora però sono state rese disponibili le informazioni riguardanti quest’ultimo a seguito di numerosi test di conferma. Sono state trasmesse 2 immagini di circa 5 kb l’una tra Pechino e Vienna a velocità davvero notevoli.
Le connessioni sono quindi volte a diventare sempre più sicure e veloci, ma soprattutto a portata di tutti e in ogni luogo. Il punto di svolta c’è stato, è innegabile, ma è necessario fare, anche per il nostro Paese, ancora uno sforzo per cercare di metterci alle spalle quelle tecnologie obsolete ed adottare anche nella vita di tutti i giorni le versioni più moderne e semplici come può essere questa.