Le microplastiche, frammenti di plastica inferiori ai 5 millimetri, ormai ubiquitari nel nostro ambiente, si stanno rivelando una minaccia silenziosa ma sempre più preoccupante per la salute umana. Recentemente, studi hanno iniziato a tracciare un nesso preoccupante tra la presenza di microplastiche nel corpo umano e un aumento del rischio di eventi cardiovascolari gravi, come ictus e infarti.
Una ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine e condotta da un team dell’Università di Campania Luigi Vanvitelli a Napoli, Italia, ha esaminato i depositi di colesterolo, noti anche come placche, di 257 pazienti sottoposti a interventi chirurgici per rimuovere l’accumulo nelle arterie che portano sangue al cervello. Sorprendentemente, più della metà di questi campioni contenevano micro o nanoplastiche. Nel corso dei successivi 34 mesi, i ricercatori hanno scoperto che coloro i cui campioni di placca contenevano microplastiche avevano quasi cinque volte più probabilità di sperimentare un infarto non fatale, ictus o morte per qualsiasi causa, rispetto a coloro che non ne avevano.
Questi risultati non provano direttamente che le microplastiche causano attacchi cardiaci e ictus, ma suggeriscono un collegamento tra i due. Altri fattori come dieta, stile di vita e esposizione all’inquinamento atmosferico potrebbero svolgere un ruolo significativo. Interessante notare che i partecipanti con evidenza di microplastiche nelle loro placche erano tipicamente più giovani, più inclini ad essere uomini, fumatori e ad avere il diabete, malattie cardiovascolari e colesterolo alto.
Le microplastiche formano quando la luce solare, l’acqua e altri agenti erodono la plastica in frammenti. A questa dimensione, le particelle possono entrare nel nostro corpo e nel sangue attraverso il cibo, l’acqua e persino l’aria che respiriamo. Francesco Prattichizzo, del IRCCS MultiMedica in Italia e uno degli autori dello studio, ha sottolineato che, sebbene questi ritrovamenti stabiliscano solo un collegamento tra le microplastiche e le malattie cardiache, sono stati trovati alti livelli di molecole infiammatorie nelle placche contenenti plastica. Questo potrebbe suggerire che le microplastiche nel flusso sanguigno esacerbano l’infiammazione, aumentando il rischio di attacchi cardiaci e ictus.
È importante riconoscere che la produzione di plastica è in costante aumento e continuerà probabilmente a crescere. Pertanto, diventa cruciale comprendere come e se queste molecole influenzano la nostra salute. La crescente evidenza degli effetti sulla salute dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per la necessità di una maggiore attenzione e azione per affrontare questa emergenza ambientale e sanitaria.
In conclusione, mentre la ricerca continua a esplorare la portata completa dell’impatto delle microplastiche sulla salute umana, i risultati finora indicano chiaramente la necessità di un’azione urgente per ridurre l’esposizione a questi inquinanti persistenti. La sfida ora è non solo limitare la produzione e il consumo di plastica ma anche sviluppare strategie efficaci per gestire e mitigare l’impatto delle microplastiche già presenti nell’ambiente e, di conseguenza, nel nostro corpo.
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