Erroneamente a quante molte pensano, l’ipertensione in gravidanza rappresenta un fattore di rischio molto elevato sia per la futura madre che per il nascituro. Infatti secondo una recente indagine una donna su cinque muore a causa dell’ipertensione gravidica.
La malattia conosciuta meglio come gestosi, colpisce il 5% delle gestanti, in particolar modo le donne alla prima gravidanza. Inoltre si ritiene che il 20% del totale dei decessi tra le donne incinte, la causa sia dovuta proprio all’ipertensione.
Generalmente la patologia si manifesta verso il terzo trimestre di gravidanza e può causare tra le altre cose, un parto prematuro. Le ragione dell’insorgenza di tale patologia non sono ancora chiare, tuttavia molti esperti sostengono che la causa deriva da un fattore genetico.
Quindi le future mamme soggette ad ipertensione prima della gravidanza devono sottoporsi a dei controlli regolari.
Il controllo frequente della pressione arteriosa è la migliore prevenzione contro l’eclampsia, e non solo..alcune semplici regole di vita possono aiutare a prevenire tale patologia: praticare un’attività fisica e regolare, mangiare in maniera sana ed equilibrata.
Qual è il trattamento più adeguato in caso di ipertensione gravidica?
L’ipertensione può essere curata adeguando un trattamento apposito che abbassano la pressione e al contempo stesso adottando una dieta a basso contenuto di sale.
Inoltre in alcuni momenti può essere indicato anche il riposo, privilegiando la posizione stesa sul fianco sinistro. Già dalla 30° settimana di gravidanza ( vedi anche: http://www.mammeoggi.it/settimane-di-gravidanza/153/ ) bisogna sottoporsi a tracciati cardiotocografici. Per poter evitare possibili complicanze è necessario che il parto venga indotto entro la 40° settimana di gestazione.
Per non mettere a repentaglio la vita della madre o del bambino, talvolta è necessario effettuare direttamente il taglio cesareo.
Si considera che il problema in questione è in forte crescita sia nel nostro Paese che in Europa.
Quindi è di vitale importanza non sottovalutare i primi sintomi ma cercare di parlarne con il proprio ginecologo di fiducia il quale deciderà sul da farsi.