Tutti i sociologi sono concordi nel ritenere che, nella nostra società postmoderna, si va diffondendo una percezione del corpo come parte integrante della nostra identità e come canale espressivo privilegiato.
“Il corpo è sempre più un’estensione dell’anima. Una misura del mondo”, sostiene David Le Breton, uno dei massimi esperti di “antropologia del corpo”, docente di Sociologia e Antropologia alla Facoltà di Scienze sociali dell’Università di Strasburgo.
E del resto l’esistenza dell’individuo è corporea e sono i segni impressi sul corpo che ne rivelano le profondità nascoste, i valori che lo distinguono, fornendoci informazioni sulla persona e sui cambiamenti sperimentati.
Il disagio esistenziale, le difficoltà del vissuto, l’incapacità di orientamento in un mondo privo di significato perché sovraccarico di significati, spinge alla ricerca di simboli immediatamente concreti, capaci di ritrovare sotto l’insignificanza generale, un livello di concretezza immediato: il corpo è apparso la base espressiva, capace di esprimere meglio di ogni altra questa esigenza elementare di concretezza.
Il corpo è materia malleabile e viene plasmato per costruire l’individuo sociale: basti pensare che esistono tatuaggi tipici che accomunano i membri di particolari corpi militari, i carcerati ma anche gli affiliati alle gang cittadine.
Senza volersi spingere troppo in là nel sondare i significati antropologici, sta di fatto che sempre più persone, trasversalmente a sesso, età ed estrazione sociale, scelgono di “marchiare” il proprio corpo con tatuaggi e piercing.
Sicuramente la principale differenza fra tatuaggi e piercing sta nella durata: il primo è per sempre, il piercing invece può essere tolto. Se è vero che oggi anche i tatuaggi sono cancellabili, la procedura è comunque lunga e dispendiosa, molto meno immediata della scelta di “disfarsi” di un piercing
Tra gli appassionati di piercing e tatuaggi stanno spopolando i Microdermal piercing, una novità che di anno in anno sta prendendo sempre più piede, conquistando diverse fasce d’età.
Il microdermal piercing altro non è che un’evoluzione del classico piercing. Il Dermal Anchor è composto da 2 elementi: uno che viene “impiantato” sottopelle, che ha la forma di una piccola T rovesciata, il secondo è una testina filettata su cui è montato un brillantino che genera un effetto estetico molto particolare creando un punto luce che rimane appoggiato alla pelle e che è intercambiabile.
È un piercing semipermanente: ciò significa che non è possibile rimuoverlo in qualsiasi momento togliendolo autonomamente, ma deve essere applicata una mini incisione. La procedura potrebbe provocare la formazione di una piccola cicatrice. Si raccomanda quindi di effettuarla presso una struttura ospedaliera o presso il piercer che lo ha effettuato.
Può essere effettuato su tutte le parti del corpo, anche quelle in cui il classico piercing non può essere applicato, come spalle, zigomi e polsi. In effetti non vi sarebbero limiti alle parti del corpo su cui poter applicare il piercing microdermal anche se si sconsiglia di apporlo in zone in cui è presente cartilagine oppure mucosa ma anche in quelle zone, come le palpebre, in cui la pelle è piuttosto sottile.
Impiantare un piercing di questo tipo non è particolarmente difficile e il grado di dolore avvertito non è né maggiore né minore rispetto a quello provato quando si mette un piercing cosiddetto tradizionale.
La procedura per applicare i microdermal piercing prevede l’utilizzo del dermal punch. Si tratta di un ago con punta circolare da utilizzare mediante l’impugnatura di plastica per bucare la pelle. Poco dopo aver realizzato il piccolo foro, viene introdotto, aiutandosi con una pinza, il microdermal; la pelle viene leggermente sollevata, e il foro viene allargato per poter posizionare la placchetta sottopelle. Infine verrà applicato, avvitandolo alla placchetta, il gioiello, che sarà intercambiabile a seconda dei gusti e delle proprie esigenze.
Va però tenuto presente che il microdermal è leggermente più invasivo del normale piercing ed è allo stesso modo soggetto ad infezioni ma anche a rigetti.
Non servono particolari accorgimenti dopo averlo impiantato, ma è necessario essere molto attenti all’igiene, per evitare infezioni. Il consiglio per curare il microdermal è quello di effettuare, per un paio di settimane, impacchi, lavaggi con soluzione salina e massaggi delicati quotidianamente. Bisogna inoltra fare attenzione a non toccarlo con le mani sporche e proteggete la zona dal contatto con sostanze chimiche e possibili fonti di batteri, soprattutto in fase di cicatrizzazione.
Questo tipo di piercing è molto gettonato dalle ragazze, perché molto elegante e raffinato, un gioiello che pare appoggiato su pelle che dona un tocco di sensualità in più a mani, scollature, schiene.
Per quanto concerne i costi, questi non differiscono molto dai piercing standard. Per i professionisti si tratta ormai di una procedura quasi di routine e per questo motivo viene assimilato, almeno a livello di prezzo, agli altri.
I costi variano molto a seconda dello studio, della zona d’Italia dove sarà praticata l’operazione e alla zona del corpo prescelta: generalmente, i prezzi offerti dai piercer sono compresi in un range che va dai 60 ai 150 euro.
Attenzione però a cercare il risparmio a tutti i costi: anche se il microdermal è diventato un intervento di routine per i professionisti più affermati, bisogna comunque assicurarsi che vengano rispettati gli standard di sicurezza e di igiene previsti dalla legge, per essere certi di non avere ripercussioni per la propria salute.