Nel mondo occidentale è un animaletto ben poco conosciuto, ed anzi la maggior parte di noi neppure lo ha mai sentito nominare, ma nel continente asiatico è tra gli animali più braccati.
Stiamo parlando del pangolino: voi lo conoscete?
I pangolini, conosciuti anche come “formichieri squamosi”, sono gli unici mammiferi viventi a rappresentare l’ordine dei folidoti.
Questi animali hanno il corpo ricoperto da squame cornee costituite di cheratina che, sovrapponendosi l’una all’altra, formano una sorta di “corazza a piastre”.
E proprio queste squame sono la ragione della loro caccia, che li ha portati ad essere in via d’estinzione: le parti del suo corpo hanno infatti un prezzo elevato sul mercato nero in quanto sono comunemente utilizzate nella medicina tradizionale cinese, anche se secondo gli scienziati non hanno alcun valore terapeutico.
I farmaci ottenuti dalle squame dei pangolini sono ritenuti in grado di curare i problemi più disparati, da quelli di circolazione alla difficoltà di allattamento, dalla disfunzione renale all’asma al trattamento della psoriasi.
Eppure, nonostante li si bracchi da decenni, negli ultimi mesi hanno subito anche un’accusa infamante: questo animale per molti ricercatori cinesi avrebbe favorito la diffusione del Coronavirus.
Il genoma del virus rinvenuto nei pangolini, che si suppone essersi sviluppato originariamente nei pipistrelli, è quasi identico (al 99%) al Coronavirus 2019-nCoV rinvenuto nelle persone infette.
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